venerdì 6 giugno 2008

(Studio per) Angelo, recensione di Graziano Graziani su "La differenza"

LA DIFFERENZA - Anno 1 Numero 21e - 03.06.2008
(http://www.differenza.org/articolo.asp?ID=252)


Fratelli d’Italia
La storia di “Angelo” tra interballe e verità
Graziano Graziani

C’è un’Italia dimenticata che non sta nelle zone disagiate del nostro Paese, ma che si confonde con l’Italia che produce ricchezza e benessere – come il mitico nord-est delle piccole e medie imprese – che forse ne costiuisce il lato nascosto, scivoloso, difficile da guardare dritto negli occhi. Perché quando si riesce a sostenerne lo sguardo, ci si accorge immediatamente che non si tratta di mondi diversi, ma di uno stesso universo che produce da un lato il benessere e dall’altro le sue scorie. Sono proprio queste scorie al centro del monologo teatrale di Roberta Sferzi, vincitrice con (Studio per) Angelo dell’ultima edizione del premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti”. Angelo, protagonista della storia raccontata in prima persona dalla Sferzi (qui anche alla sua prima scrittura per la scena), è un preadolescente alle prese con la dissoluzione della propria famiglia. Una storia banale nella sua ordinarietà, di madri grasse abbandonate ai fumi di ossessioni dimagranti e delle loro depressioni alcoliche e farmacologiche, di padri assenti e di legami affettivi diluiti fino a diventare impercettibili. Ma vista con gli occhi di Angelo, è una storia che ci parla di un’analfabetismo dei sentimenti che è poi il frutto più velenoso di questo mondo nato dagli scarti di lavorazione della globalizzazione, dove ogni relazione tra gli uomini è un orizzonte remoto, che rimanda a tempi che quasi non esistono più.Per Angelo, tuttavia, questa è l’unica realtà possibile. E lui ci cammina attraverso senza chiedersi troppi perché, senza sapere cosa lo porta a soffrire senza dirselo, cosa lo porta a urlare contro i propri compagni di scuola molto più della rabbia di venir preso in giro per l’esecuzione pessima dell’Inno alla Gioia con un flauto da due lire. Il suo è un mondo fatto di videopoker e leggende apprese da internet, di compagne di classe che “fanno i pompini a tutti” e di adulti che sperperano le loro notti e i loro soldi in uno dei tanti locali di entreneuse dell’entroterra nordestino. Angelo ce lo racconta col suo candore sboccato, che fa della storia una sequenza di aneddoti divertenti, che si raccontano al bar tra gli amici dopo aver staccato da lavoro, dal cantiere del nonno dove si va ad arrotondare – lui minorenne, il nonno pure in nero, “che la pensione non basta neache all’osteria”. Da quando apprende cos’è un pompino, spinto dal nonno a chiederlo a sua madre come regalo di natale, fino alla girandola di leggende metropolitane come i Bonsai Kitten (i gatti in bottiglia), passando per le storie morbose di cui si nutre l’informazione (confonde il sequestro di Natasha Kampush con il cannibale di Rotenburg), Angelo sembra non voler altro che far colpo con le sue storie, vere o false che siano (neanche lui sembra credere alla storia dei gatti in bottiglia). Ma come sotto la sua scorza si intravede un’umanità fragilissima e bisognosa di attenzione, allo stesso modo tra le maglie delle storie che racconta si fa avanti la sua, quella della morte di sua madre e persino del suo presunto suicidio.Tutto, anche il finale onirico, sospeso tra un mitico ventre di balena e la villa con piscina di Mamadou (il lavoratore migrante di cui il nonno gli racconta che è tornato ormai ricco a casa sua, mentre in realtà è ricercato dalla polizia), tutto assume un gusto agrodolce, sospeso tra l’ilarità del racconto e la straziante esposizione alla vita di Angelo, senza alcuna rete di protezione. Merito soprattutto dell’interpretazione di Roberta Sferzi, qui a una non facile prova d’attrice (anche per la distanza “fisica” dal suo personaggio) che ne sottolinea le qualità di interprete e autrice, in grado di dare vita al suo personaggio e di accompagnarlo per mano fino al cuore di chi sta a sentire.

La rivista è finanziata nell'ambito del progetto Scenari Indipendenti, promosso dalla Provincia di Roma in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Lazio.


1 commento:

alelianto ha detto...

Salve, vorremmo ricevere urgentemente informazioni sullo spettacolo per la programmazione di Rivoli (TO).
Grazie.

ACTI Teatri Indipendenti
Via della Basilica 3 - 10122 Torino
011/5217099
info@teatriindipendenti.org
www.teatriindipendenti.org